Accompagnare la crescita delle organizzazioni e rendere efficienti ed efficaci le relazioni: le Soft Skills che servono.
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20 Febbraio 2023È tutta una questione di consapevolezza: per lo sviluppo delle soft skills si parte dall’io: ma io chi sono?
Tanti credono che i camaleonti cambino colore per adattarsi all’ambiente e mimetizzarsi. Sono in realtà le emozioni ad influire sui mutamenti e sulla pigmentazione di questi animali. Le emozioni sono fondamentali e influiscono anche sul nostro comportamento organizzativo. Ci è stato spesso insegnato che sono negative e che per essere professionisti e professionali dobbiamo neutralizzarle o ignorarle.
Le emozioni giocano invece un ruolo fondamentale nella creazione e nella gestione di relazioni efficaci, in quanto se metto in chiaro a me stesso la natura e l’impatto delle mie emozioni su di me, riuscirò anche a empatizzare e comprendere meglio anche gli altri.
Ciò vale anche per i meccanismi cognitivi che accomunano gli esseri umani, come il ricorso a categorie e stereotipi e al super potere dei valori che agendo inconsciamente orientano la nostra azione.
Se comprendiamo noi stessi, comprenderemo l’umana natura e quindi anche gli altri.
Quali emozioni mi provoca non essere ascoltato? Frustrazione, rabbia, tristezza…Ma io sono sempre in grado di ascoltare gli altri? Probabilmente no.
Se faccio questo raffronto, può scattare la comprensione dell’altro.
Il coraggio di essere umani (cit.)
Per sviluppare le nostre soft skills in un percorso di sviluppo di qualsiasi natura è necessario partire da qui: da esseri umani che hanno il coraggio di essere umani.
Una volta che abbiamo messo l’io al centro delle nostre riflessioni la seconda domanda fondamentale è: io cosa posso fare? Come posso incidere e influire positivamente sul contesto in cui opero, sui sistemi di cui faccio parte?
Qualora ci sia la necessità di apportare qualche modifica organizzativa o meno, necessaria al potenziamento dell’efficacia e dell’efficienza di una organizzazione, o qualora sia necessario affrontare una criticità o un conflitto, umanamente apriamo la finestra e guardiamo fuori, fuori da noi, per individuare cause e responsabilità.
Ci viene istintivo pensare che se qualcun altro non sistemerà una determinata situazione, il problema non si supererà. E quindi io sono impotente? Se tutto quello che faccio o non faccio, raggiungo o non raggiungo, dipende dagli altri, come esplico il mio valore?
Perché io valgo! – come ci ripete da anni un famoso brand francese.
È vero che ci sono fattori che esulano il nostro controllo, ma è altresì vero che abbiamo un’area di controllo e anche un’area di influenza.
Possiamo, cioè, poter prendere iniziative che facilitino la crescita della nostra organizzazione e possiamo con la nostra azione influire anche sul sistema e su altri sottosistemi (colleghi, collaboratori, “capi”, responsabili, ecc…).
Una questione di potere
È una questione di potere, nel senso che dobbiamo sapere che ne siamo in grado, che possiamo influire, che il nostro contributo, qualsiasi sia il nostro ruolo, è importante e può fare la differenza.
Siamo tutti ingranaggi di una macchina e se anche il più piccolo meccanismo si inceppa si blocca tutta la macchina. Questo vuole però dire anche che se questo piccolo meccanismo funziona di più e meglio tutta la macchina ne beneficerà.
A questo punto, quindi, possiamo chiudere la finestra e concentrarci su di noi e sulla messa a terra di tutti i nostri talenti: che cosa possiamo fare noi di diverso o di nuovo?
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